La Lombardia si trova di fronte a una sfida cruciale: produrre circa 8,7 GW di nuove energie rinnovabili entro il 2030 per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). Tra le soluzioni, l’utilizzo dell’agrivoltaico – che unisce produzione agricola ed energia solare – emerge come una strategia promettente non solo per ridurre il divario energetico, ma anche per stimolare l’economia regionale.
L’agrivoltaico consiste nell’installazione di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli, consentendo così una coesistenza tra coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. Un’adozione diffusa di questa tecnologia potrebbe rappresentare una svolta per la Lombardia, specialmente in un contesto in cui il 58% del territorio regionale è vincolato e il 27% è costituito da aree protette, come parchi e riserve. Nonostante questi vincoli, il potenziale delle energie rinnovabili nella regione è enorme.
Secondo studi del Politecnico di Milano e ANIE Confindustria, tra il 2024 e il 2030, la filiera delle energie rinnovabili potrebbe generare investimenti compresi tra 45 e 90 miliardi di euro, creando fino a 100.000 nuovi posti di lavoro. La Lombardia, con le sue 3.778 imprese attive nel settore delle rinnovabili, è già la regione con la maggiore presenza di aziende in questo campo e potrebbe assumere un ruolo di leader nello sviluppo dell’agrivoltaico.
L’urgenza di definire norme chiare per l’agrivoltaico.
Nonostante le potenzialità dell’agrivoltaico, permangono significative incertezze legislative. Come evidenziato dall’avvocato Cristina Martorana in un recente convegno organizzato da ANIE Rinnovabili, non esiste ancora una definizione chiara e condivisa di “impianto agrivoltaico”, né un quadro normativo solido che ne regolamenti l’adozione. Questo crea confusione tra operatori e investitori, rischiando di rallentare lo sviluppo di un settore strategico per la transizione energetica.
Andrea Cristini, neo presidente di ANIE Rinnovabili, ha sottolineato la necessità di risolvere le empasse normative che potrebbero frenare la crescita dell’agrivoltaico. Un quadro normativo chiaro e stabile è essenziale per attrarre investimenti e consolidare la presenza della filiera italiana delle rinnovabili, garantendo allo stesso tempo sicurezza energetica e sostenibilità.
Agrivoltaico e fotovoltaico: la lombardia al centro della transizione energetica.
Con il fotovoltaico a tetto, sia residenziale che commerciale, e l’agrivoltaico, la Lombardia ha la possibilità di raggiungere gli obiettivi energetici al 2030, nonostante l’idroelettrico sia già ampiamente sfruttato e l’eolico non sia particolarmente sostenibile nel contesto regionale. La transizione energetica non solo permetterà alla Lombardia di ridurre le emissioni e migliorare la propria indipendenza energetica, ma rappresenterà anche un volano per l’occupazione, superando persino il settore automobilistico in termini di opportunità lavorative.
Bruno Giordano, vicepresidente ANIE con delega alla Transizione Green e Sviluppo Sostenibile, ha enfatizzato il potenziale occupazionale delle fonti rinnovabili, sottolineando come queste potrebbero diventare un settore di punta per i giovani, attratti da nuove opportunità di lavoro sostenibile.
In conclusione.
L’agrivoltaico rappresenta una straordinaria opportunità per la Lombardia, non solo per colmare il gap energetico, ma anche per promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Tuttavia, per sfruttare appieno questo potenziale, è fondamentale che le istituzioni risolvano le incertezze normative e creino un quadro legislativo chiaro che possa supportare la crescita del settore. Solo così la Lombardia potrà assumere un ruolo di leadership nella transizione energetica, garantendo un futuro più sostenibile e prospero per tutti.