Crescono le emissioni di gas serra su scala globale (+0,8%), ma alcuni paesi dimostrano che ridurre l’inquinamento senza compromettere la crescita economica è possibile. Italia in controtendenza rispetto all’Europa.
Il bilancio globale: più CO2 nell’atmosfera
Anche il 2024 si chiude con un aumento delle emissioni globali di gas serra: 37,4 miliardi di tonnellate di CO2 generate dai combustibili fossili, con un incremento dello 0,8% rispetto al 2023. Il dato proviene dall’ultimo rapporto del Global Carbon Project, un’analisi scientifica che monitora l’inquinamento atmosferico.
Caldo e siccità hanno contribuito a peggiorare la situazione con un’impennata degli incendi, che nel 2024 hanno rilasciato circa 4,2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, mezzo miliardo in più rispetto all’anno precedente. I paesi più colpiti sono stati il Brasile e il Canada. Questo fenomeno rischia di alimentare un circolo vizioso, in cui il riscaldamento climatico favorisce eventi estremi che a loro volta accelerano l’accumulo di gas serra.
Cosa accade in Europa?
Il Vecchio Continente si distingue per un’importante riduzione delle emissioni di CO2, pari al 3,8% rispetto al 2023. Alcuni paesi, come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, mostrano come sia possibile ridurre l’inquinamento senza compromettere la crescita economica. In particolare, la Gran Bretagna ha dimezzato le proprie emissioni rispetto agli anni ’90, anche grazie alla chiusura delle centrali a carbone e all’espansione dell’eolico.
L’Italia: un’eccezione poco virtuosa
In controtendenza rispetto agli altri paesi europei, l’Italia non figura tra i 22 stati che sono riusciti a diminuire le emissioni nell’ultimo decennio. Questo si riflette anche nelle recenti dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che alla COP29 di Baku ha sottolineato come la transizione energetica debba tener conto della sostenibilità economica e sociale, senza però evidenziare impegni concreti per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
La Cina rallenta, ma resta il principale inquinatore
La Cina, pur mantenendo la leadership mondiale con 12 miliardi di tonnellate di CO2 emesse (circa un terzo del totale), ha rallentato significativamente la sua crescita. Nel 2024, l’aumento è stato solo dello 0,2%, contro una media del +7,5% registrata nel decennio 2004-2013. L’adozione di auto elettriche ha contribuito a una lieve riduzione delle emissioni derivanti dal petrolio.
Il caso opposto: India in crescita
Mentre il carbone è ai minimi storici in molti paesi, l’India registra un incremento dell’uso di questo combustibile e delle emissioni totali, salite del 4,6% nel 2024. Con 3,2 miliardi di tonnellate di CO2, il paese è oggi il terzo maggiore inquinatore globale, dopo Cina e Stati Uniti.
Il modello per ridurre le emissioni
Secondo il rapporto del Global Carbon Project, i paesi virtuosi condividono alcune strategie chiave:
- Efficienza energetica: diminuzione dell’energia necessaria per ogni punto di PIL.
- Uso delle rinnovabili: maggiore utilizzo di solare, eolico e altre tecnologie pulite.
- Transizione dai combustibili fossili: passaggio dal carbone al gas, meno inquinante.
Tali azioni dimostrano che crescita economica e riduzione delle emissioni possono coesistere, come dimostrano paesi come la Corea del Sud, Nuova Zelanda e numerosi stati europei.
Uno sguardo al futuro
Per contrastare il cambiamento climatico, il rapporto evidenzia la necessità di accelerare la transizione energetica globale e di adottare politiche più incisive. Tuttavia, l’aumento degli eventi climatici estremi e la riluttanza di alcuni paesi ad abbracciare completamente le energie rinnovabili complicano il percorso verso un futuro più sostenibile.