Anche se i pannelli fotovoltaici possono subire danni esiste la possibilità di ripararli, sebbene non sempre risulti economicamente vantaggioso farlo.
Soprattutto quando si tratta di pannelli più datati, con più di dieci anni di utilizzo e che non raggiungono più i livelli di efficienza di un tempo, la tendenza è quella di smaltirli.
Uno dei problemi più comuni, riscontrato nel 10% dei casi, riguarda i danni alle barre collettrici a nastro, che possono interrompere il flusso di corrente elettrica tra due celle, provocando una graduale riduzione o interruzione della produzione di energia.
Una soluzione economica, rapida e di semplice attuazione è stata ideata da un gruppo di ricercatori dell’Unità Energia Solare Fotovoltaica del dipartimento Energia del Centro di Ricerca Energetica, Ambientale e Tecnologica (un istituto pubblico di ricerca spagnolo). Su Renewable Energy, una rivista internazionale, è stato pubblicato un articolo che illustra sia il processo di individuazione dei guasti nei moduli fotovoltaici sia le relative riparazioni.
L’interruzione dei contatti interni nei vecchi pannelli fotovoltaici è un problema comune. Si tratta di sottili strisce di argento, visibili chiaramente sulle celle solari, che fino ad ora richiedevano interventi di riparazione costosi. Tuttavia, questo gruppo spagnolo ha sviluppato un metodo ingegnoso e conveniente, fino ad ora inedito:
Posizionando il pannello fotovoltaico su un pallet di legno a 50 cm da terra, in una zona ben illuminata dal sole, e utilizzando un semplice tester audio-sonoro, che costa circa 25 euro, è stato possibile individuare l’interruzione del flusso di corrente. Successivamente, una semplice pasta saldante ha permesso di risolvere il danno.
L’intervento dei ricercatori spagnoli ha consentito di riparare un modulo completamente danneggiato e di moltiplicare per quattro la potenza prodotta in altri due casi, rispetto al valore del modulo danneggiato che aveva perso potenza. Inoltre, questa forma di riparazione si distingue per la facilità di esecuzione, che può essere realizzata anche in fabbriche o laboratori poco attrezzati.
Oltre al vantaggio tecnico, il processo di riparazione contribuisce alla riduzione dei rifiuti derivanti dai moduli fotovoltaici, riducendo l’impatto ambientale e aderendo ai principi dell’economia circolare, come il riciclo, la riparazione e il riutilizzo.